| Quella che una volta Faith avrebbe definito una vita monotona, adesso non era più così scontato. Ad Hogwarts, succedono sempre le stesse cose, sembrava che il mondo al di fuori si fosse fermato, o almeno così credeva fino a due anni prima. Forse per gli alunni restare in quella scuola equivaleva stare in una prigione, e magari per altri, era la migliore casa, in assenza di una vera e propria. Prima, per Faith, Hogwarts era uno di quei posti dove imparare. Imparare ed imparare. Non era una casa, ne tanto meno un luogo di svago. Era una scuola. Ma, uscendo da lì, e dovendo venire a contatto con quello che c'era fuori, riscontrandosi di nuovo con il mondo in cui era nata, però con la capacità di intendere e volere, cambiò tutto il suo modo di vedere, di pensare.. di fare. Due anni prima, Faith Jonhson, era sicura che casa sua sarebbe sempre stata a Parigi, dai suoi genitori. Un anno dopo,quando mancò la madre della ragazza, a Faith iniziò a venire meno quella certezza. Fino a che, tre anni dopo, la sua famiglia non si distrusse, e la sua tanto amata casa, in Francia, non diventò altro che una buia e triste tomba piena di ricordi di famiglia. Forse ci sarebbe tornata, un giorno. Chi lo poteva sapere. Forse non l'avrebbe mai più rivista in vita sua. Strana, la vita. Il giorno prima sei una bambina che non sa cosa magiare a colazione, il giorno dopo sei già cresciuta e devi decidere se continuare a piangere o girare pagina.
Faith non aveva una casa. La cosa che adesso più si avvicinava ad una casa per la ragazza, era quella scuola. La stessa identica scuola che, fino a tre anni prima, non era altro che un posto dove imparare e migliorare. Era capitato in quei tre anni, di dover decidere se stravolgere tutta la sua intera vita, facendo certe scelte, o rimanere neutra. E lei l'aveva stravolta, la sua vita. Forse accecata dal rancore, odio, o tristezza; Forse era sempre stata così, solo troppo ingenua per capirlo. Tornando, non si era pentita delle scelte, ne aveva cambiato idea. Aveva probabilmente perso ogni singolo ricordo dell'amore di un tempo, mettendolo da parte e costruendo un nuovo sentimento che l'aveva invasa come un' ondata d'acqua fredda. Apparentemente aveva deciso di non cambiare più di tanto. Aveva una reputazione e l'avrebbe, per quanto riusciva, mantenuta.
Ora, tra il passare fra una lezione all'altra, ogni attimo per Faith non era monotono, o inutile. Coglieva tutti i singoli dettagli che prima non era riuscita a cogliere. Finendo inevitabilmente a fissare un articolo su un giornale di chissà chi. A quanto pareva, era morta un'altra famiglia, assassinata, lasciando di quella famiglia solo una vaga scia di cadaveri. Forse quella, fu la prima vera fitta nel petto dopo la morte del suo ultimo genitore rimasto al mondo. In quel momento, si rese conto dell'apnea in cui si era ritrovata a vivere nell'ultimo periodo. Ne aveva sentite di notizie, di gente morta, o scomparsa. Ne aveva sentite tante perché era in contatto con alcune persone che avevano fatto succedere quegli avvenimenti. E non l'avevano toccata. Ma, il vago ricordo di una famiglia infranta, le scosse qualcosa dentro, non sapeva bene cosa nemmeno lei, ma probabilmente era ben visibile agli occhi di tutti perché, pochi secondi dopo, una voce spezzò i pensieri della ragazza, e tornò alla realtà. Quella non era la sua famiglia, era un'altra famiglia che lei manco conosceva. Doveva smetterla di pensare alla sua famiglia. Non c'era più, non l'avrebbero portata da nessuna parte. Mi spiace che hai visto questo articolo, signorina Johnson. Aveva detto la voce affianco a lei, che capì immediatamente che doveva essere del preside Minghost. Lo guardò per qualche istante, e Faith ebbe per un attimo, l'impressione che non fosse cambiato molto negli ultimi anni. In effetti, a lei sembrava tutto uguale, come lo aveva lasciato. Sapeva che non era così, non lo era per niente. "Non si preoccupi" Disse, con voce ferma e composta "Ho una vaga idea di come sia il mondo là fuori. Non è tutto rose e fiori" Disse guardando distrattamente la fotografia in movimento per qualche secondo, prima di riportare l'attenzione sul preside. Sospirò. "Ma per fortuna, o sfortuna, qui ad Hogwarts sembra di essere in una palla di vetro, esonerati da tutto il resto.." Disse distrattamente, guardando un punto fisso sulla finestra. Tornò al corridoio del secondo piano, dov'era in quel preciso momento. "Sa, non sono stati anni facili, quindi essere tornata in questa scuola, se prima sembrava di essere intrappolata, ora mi fa sentire protetta" Ammise, con sincerità forse per la prima volta dopo tanto. Forse la Faith Johnson che tutti conoscevano non era morta del tutto.. Ma se esisteva ancora, era ben nascosta in un angolo minuscolo nel cuore della ragazza Corvonero.
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