Defeating the revenge, Privata

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view post Posted on 31/10/2017, 01:12
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The Dark Head
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[La role prosegue dalla fine della Quarta Parte di Hogwarts is not safe.]

Charles Jenkins
Ministro della Magia

Come un fulmine in una tempesta, Charles si era mostrato vivo a Hogwarts un'altra volta. Le sue apparizioni nella scuola non erano sintomo di felicità. Raramente veniva invitato dai Presidi per presenziare a un evento positivo come il Natale o la Notte di Halloween - le feste più note e festeggiate nell'istituto -, al quale Charles non si sentiva molto attaccato. Era un uomo che si mostrava come un conservatore, ma non era mai tale. Un uomo che brancolava nel buio per mostrarsi a ciel sereno con tutti. Peccato che in quella situazione non si sentisse così tanto allegro. Anzi, la sua mancata gioia e tranquillità avevano reso gli studenti più titubanti di prima. Per quale motivo il Ministro della Magia Britannico era così infuriato? Come era venuto a conoscenza dell'incendio in Sala Grande? E, cosa forse più importante, cosa era successo a John Minghost?
John, si diceva, quel codardo. Aveva preferito rifiutare segretamente le sue promesse per schierarsi in un fronte contro il quale aveva giurato solo una parola: vendetta. E ora si trovava nella situazione opposta. Si era comportato da doppiogiochista. Lui, proprio Charles Jenkins in persona, aveva dato la piena fiducia a John Minghost per poter dirigere la più importante Scuola di Magia e Stregoneria. Il risultato di quelle parole? Un bel niente. Pensava che l'amicizia con lui fosse sincera, non un modo di poter agire indisturbati, usufruendo degli avvenimenti interni al Ministero della Magia. Sperava in una collaborazione con il Trasfiguratore, ma non era stato così. A quel punto, doveva rivolgersi solo all'altro Preside che poteva aiutarlo: Dereck. Oh, sì, lui doveva sapere.
Aveva abbandonato John Minghost in Infermeria, chiedendo a chi di dovere di tenerlo in isolamento e con protezioni particolari: nessun Incantesimo doveva avvenire nella quarantena in cui John sarebbe stato segregato; né il Corvo avrebbe potuto Smaterializzarsi da Hogwarts. Disposizioni che non chiedevano di certo l'autorizzazione di Hale. Non era lui a dover dire se lasciare un criminale libero o meno. Era la Legge a stabilirlo. La Legge che John aveva infranto meno di un'ora prima. Nella Foresta Proibita. Con altri seguaci. Con quel rito. Con quell'arte magica così antica da non avere nomi certi.

-Prendiamo il tuo Ufficio, Dereck? È il più sicuro fino a questo momento. E non pensare agli altri: se la caveranno. Fidati di un vecchio come me.-

Il tono del Ministro era molto teso. I muscoli facciali contratti facevano intuire che si trattava di una situazione alquanto delicata. Delicata era un eufemismo. Non c'era situazione così unica e pericolosa al mondo di tenere a bada un criminale incosciente. I due entrarono lasciandosi la porta aperta di uno spiraglio, sempre se qualcuno volesse avvicinarsi a sentire della robaccia di segretezza massima. E non stava scherzando. Jenkins si sedette sulla sedia degli ospiti - morbida quasi quanto quella bella poltrona dedicata al Preside - dando uno sguardo irrequieto alla finestra.

-John ci ha traditi. Ha fatto ciò che non avrei mai immaginato. Ci stava ingannando.-

Solo lui avrebbe potuto capire al volo a cosa si stava riferendo. Riguardava proprio un conflitto ormai concluso, connesso alla resurrezione di una scuola e a un giuramento che aveva coinvolto due persone: chi era presente in quell'Ufficio oltre al Ministro e chi era in isolamento.
 
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view post Posted on 31/10/2017, 19:56
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The Dean Wolf
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Cosa sta succedendo ora?
Questa era la reale domanda che mi stavo ponevo troppe volte quella sera. Inutile pensare che ormai non mi avrebbe sorpreso più nulla, niente di più sbagliato. Dopo che le diverse figure incappucciate svanirono, iniziai ad organizzare con Logan i vari turni in infermeria. Per quanto l’Infermiere fosse bravo nel suo lavoro, non poteva sostenere tutte quelle richieste di aiuto e di soccorso da solo. Per quanto avrei potuto fare, diedi la mia disponibilità. Da Preside della Scuola e docente di Incantesimi potevo dare una grande mano al collega, sempre se avesse voluto.
Percepii una certa distanza tra noi e immaginai che tale sensazione fosse dovuta alla situazione appena vissuta. Sapevo il segreto di Logan e nonostante ciò non lo avevo messo in disparte. Dopo ciò che avevo subito da giovane e a scuola, non era da me mettere alla gogna una persona per una caratteristica che lo differiva dagli altri. Caratteristica alquanto importante direi. Avevo imparato sulla mia pelle che più si teme una differenza più questa acquista rilevanza e diventa un macigno insopportabile non solo nelle persone che la temono, ma anche in quelle che possiedono questa caratteristica differente. Più mi mettevano in disparte, più diventavo aggressivo e scontroso verso gli altri e non volevo irritare più di tanto Logan. Volevo stargli vicino e sostenerlo in questa sua avventura aiutandolo come venni aiutato io.
Per tale motivo reputai questo suo sguardo assente e infastidito quando gli proposi il mio aiuto come una conseguenza delle vicissitudini della serata.
Come se non bastasse, c’era un’altra situazione da risolvere al più presto: Emma. La mia dolce metà era stata esposta per troppo tempo al fumo proveniente da quelle lettere che bruciavano a seguito di un’esplosione che l’aveva stordita. Inutili furono le mie cure in quel momento. Mi allontanai da Logan e mi avvicinai a Emma. Lei si trovava nella Sala Grande dove erano stati spostati coloro che avevano subito le ferite maggiori. Emma dormiva beatamente su una barella di emergenza. La sua pelle morbida e delicata presentava diverse scottature e ferite dovute ai vari vetri derivanti dall’esplosione di una della finestra alle spalle dei professori. Il professor Ceverex pensava di fare qualcosa di geniale, ma aveva solo creato più confusione che altro. Non riuscivo a immaginare un’azione più stupida, idiota, azzardata e insensata di quella. Strinsi i pugni e cercai di calmare la mia mente con pensieri positivi e a rallentare il battito accelerato del mio cuore dovuto alla rabbia che era montata al solo pensiero di quello che lo Storico ottuso aveva fatto.
Accarezzai la guancia dell’Astronoma. Dietro alle palpebre chiuse rivedevo i suoi occhi profondi incapaci di parlarmi perché oscurati da una labile membrana che separava il suo sguardo dal mio. Il suo dolce sguardo.
I miei occhi si soffermarono sul suo viso. Nonostante fosse svenuta, i suoi lineamenti manifestavano il dolore che il suo corpo e la sua mente stavano provando.
Le stavo tenendo la mano quando mi sentii toccare sulla spalla. La presa era forte e decisa. Sicuramente era qualcuno che chiedeva la mia presenza. Molto probabilmente un docente o uno studente che, in quella circostanza, aveva perso il timore che poteva avere verso un preside e provava a richiamare la mia attenzione su di lui o su di lei. Ero sofferente non per le ferite subite o il fumo respirato. Ero addolorato per il trambusto che si era creato, per il dolore che gli Studenti stavano provando. Avrei potuto lenire tutte le loro sofferenze attraverso un semplice tocco della mano e della mia volontà. Bastava assorbire tutto il loro dolore. Purtroppo avrei alleviato solo quelle persone che nascondevano una doppia natura, precisamente una natura animalesca. Ero sconfortato perché non avevo potuto nulla. Sembravo incapace di poter aiutare chiunque durante l’incendio e a nulla era valso l’affrontare la paura innata verso le fiamme e il fuoco. Ogni animale ha paura del fuoco e da Licantropo non faccio eccezione.
Avrei volevo provare a placare il dolore di Emma, ma la stretta si stava accentuando e, sconfortato e scoraggiato, mi voltai.
Con somma sorpresa e disorientato guardai il volto severo di colui che mi guardava dall’alto verso il basso. L’uomo era il ministro della Magia e la sua presenza non significava nulla di buono.
Forse in quel trambusto avrebbe aiutato più lui con la sua autorità che la mia stessa presenza la cui mente viaggiava ora verso Emma ora verso gli Studenti ora verso i docenti ancora a terra. Mi disse solo che dovevamo parlare. Avrei voluto dirgli di rimandare quel dialogo a più tardi, darmi qualche altro minuto con Emma, ma il suo volto chiedeva un’udienza subito.
Mi spostai dalla Sala Grande lanciando un ultimo sguardo all’Astronoma verso il corridoio. Su una barella fluttuante a mezz’aria giaceva John.
Cosa diavolo era successo a John?
Guardai turbato il Ministro chiedendo chiarimenti.
"Cosa è successo a John?"
Nessuna risposta da lui e dalla persona che stava visionando la barella, la Flowe.
Seguii Jenkins e acconsentii a parlargli nel mio studio.

Mi stavo fidando di lui, come mi aveva chiesto di fare davanti alle scale che portavano ai piani superiori. Mi stavo fidando di lui e non avevo aperto bocca. Non avevo ricevuto nessuna risposta sulla salute di John e del perché fosse a Scuola.
Aprii la porta del mio studio e lo lasciai entrare per primo. Si sedette sulla sedia degli ospiti mentre io mi dirigevo verso la mia.
La porta era rimasta leggermente aperta lasciando passare solo un flebile spiraglio di luce derivante dalle fiaccole presenti al di fuori dell’ufficio.
Senza accorgermene mi accomodai rilassandomi. Il peso e la tensione della serata sembravano avermi appesantito e quando mi sedetti tutto ciò sembrò sparire.
Guardai il volto teso del Ministro e la sua espressione di sconcerto.
Dopo sarebbe venuto lui. Mi premeva sapere prima cosa fosse successo a John
"Puoi dirmi cosa è successo a John?"
Ero preoccupato e il mio tono di voce mi stava tradendo. Avevo visto John riprendere un’alunna in Sala Grande. Avevo davvero visto il Trasfigurante deriderne un’altra? Avevo davvero visto John vicino a Emma e schernirla?
Questo sarebbe venuto dopo, anche se tutto ciò non poteva che essere stato frutto della mia immaginazione o del fumo e della stanchezza che mi aveva annebbiando la vista e la mente facendomi vedere cose che non c’erano. Dopotutto davvero avevo visto e sentito cose che non potevano essere presenti o provenire da persone presenti in Sala Grande.
Le parole di Jenkins mi colpirono in pieno stomaco facendomi trattenere il fiato. Sgranai gli occhi e guardai il Ministro come imbambolato. Non era vero ciò che stavo ascoltando.
"Non può essere vero, ci deve per forza essere una spiegazione."
Solo allora mi accorsi della porta semi-aperta e con un gesto della bacchetta la chiusi. Era meglio che quelle accuse rimanessero confinate in quelle quattro mura.
John non poteva averci tradito, aver tradito la sua natura e aver tradito anche me e la mia gente. Avevo dato fiducia a una persona che possedeva una natura diversa se non opposta alla mia. Non poteva averci tradito. Non potevo crederlo.
"Ti stai sbagliando Charles. Non è vero."
Non poteva essere vero perché se così fosse stato avrebbe sconvolto tutto.
Tutto.

Edited by Dereck Hale - 31/10/2017, 20:33
 
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Charles Jenkins
Ministro della Magia

Aveva ignorato le parole di Dereck per un semplice motivo: la gente poteva sentirlo. Hogwarts non era un posto sicuro - coloro che avevano vissuto l'incendio in Sala Grande lo sapevano benissimo - e avrebbero potuto nascondersi dietro l'angolo alcune persone per nulla degne di stare in quella Scuola. Dei traditori. Come John. Non c'erano sicurezza e segretezza migliori che stare all'interno dell'Ufficio personale di Dereck, dove ora avrebbero potuto parlare liberamente. Alla chiusura definitiva della porta, ogni speranza di origliare il discorso era solo un'utopia. Ma anche quando Charles riascoltò la preoccupazione sullo stato di salute di John, rimase ancora una volta in quiete, cercando di andare oltre. Voleva essere lui a dirigere il discorso. Preoccupazioni minori, quali un Preside su una barella, non dovevano aver spazio. Questo perché la situazione era più grave del previsto. I muscoli facciali rigidi di Jenkins riflettevano un respiro breve, mozzato dalla stanchezza della sera e dagli avvenimenti appena successi. Il battito cardiaco aumentò in seguito a tutte le negazioni di Dereck davanti al tradimento di John.

-Non è vero ciò che ho visto io con i miei occhi nella Foresta Proibita?- ribatté nervoso al negazionismo del Preside. -John era nella Foresta Proibita. L'abbiamo visto io e Saphira. E un altro ragazzo, sì, anche se non so cosa ci facesse lì. Ci ha traditi, Dereck.-

Lo sguardo accigliato del Ministro cercò una risposta negli occhi di Dereck. Va bene, sapeva di non essere la persona migliore del mondo, umanamente parlando. Era un burlone, talvolta molto volgare e blasfemo, una persona rozza nella sua professionalità. Non era un santerellino e ne aveva fatte di tutti i colori nella sua vita. Tuttavia, quando bisognava parlare di lavoro e di sicurezza dell'intera comunità magica britannica, Charles era una persona più che affidabile. Era la voce della verità.

-Stava compiendo un rituale.- proseguì una volta ebbe le forze di continuare. -Anzi, a dire il vero lo ha pure concluso. Un rituale di iniziazione. Un rituale che aveva giurato in nostra presenza di non compiere mai.-

Charles batteva a tempo il piede a terra, strabordande di nervosismo. Quell'infame di John aveva dato inizio a un procedimento senza fine. Sarebbe stata una maledizione per tutta la sua vita. John ne era al corrente e per questo aveva giurato di non introdursi in quei clan composti da gentaglia che mirava solo alla disgregazione della comunità magica e al senso di pericolo tra la gente. Loro non erano affatto gente buona.

-È ormai membro di un clan. Uno di quelli che combatteva contro di me, di te, di Jack, contro di noi.-

Utilizzò il collettivo per legarlo alla causa che voleva distruggere John. Sì, distruggere. O Minghost era uno di loro oppure un acerrimo nemico. Charles lo aveva avvisato anni orsono: "O mi stai amico e presti fedeltà assoluta al Ministero della Magia o ti annienterò con le mie stesse mani." Certo, lo aveva detto con ironia, ma con un tono diverso sarebbe stata una minaccia a tutti gli effetti. Era stato tra i pochissimi a scoprire della vera natura di MezzoVampiro di John ed era stato forse l'unico ad accettarla pienamente e a introdurlo nella società magica senza tener conto della sua essenza. Aveva lasciato carta bianca a lui, Dereck e Jack per ricostruire Hogwarts. "Vi aiuterò a promuoverla", aveva detto loro. E aveva mantenuto la promessa, invitando numerosi suoi cittadini a iscriversi nella nuova Scuola di Magia e Stregoneria Britannica. Una Scuola nuovamente sicura e libera dal Male. Almeno, ciò lo credeva fino a quella sera.

-Ha giurato davanti a me, te e Jack di minimizzare i suoi poteri da MezzoVampiro, di non destare alcun sospetto della sua vera natura a chiunque gli fosse attorno e di non immischiarsi in alcun clan segreto che cospirasse contro la sicurezza della comunità magica. Stasera ha infranto il giuramento. Vi stava quasi uccidendo, a quanto ho potuto vedere.-

Le mani scivolarono sulla tasca interna destra della sua giacca, fino a quando non trovarono la lettera che gli aveva permesso di incastrare John e di arrestarlo. Mostrò a Dereck il contenuto, cercando di sostenere il peso di quella delusione.

Giustizia verrà fatta nella Foresta Proibita.
Hogwarts
non è al sicuro.

-Tutto è iniziato con queste lettere, che sono piovute dal cielo nella piazza centrale del Nuovo Villaggio. Mi sono diretto preoccupato nella Foresta Proibita. A quel punto abbiamo dovuto lottare con numerose figure incappucciate e, solo dopo averle eliminate tutte, abbiamo visto che solo una persona era rimasta: John. Aveva concluso il rituale quando l'ho arrestato. Ora è solo svenuto e tenuto in isolamento in Infermeria. Non voglio che scappi davanti ai nostri occhi.-

Ecco, ora Dereck sapeva come stava John. Era Charles (solo lui) a scandire i ritmi della conversazione. Doveva controllare le dosi di informazioni da somministrare a Hale. Doveva analizzare le sue reazioni. Jenkins incrociò le gambe, appoggiandosi allo schienale della sedia. Dereck sarebbe stato ancora così incredulo, eh?
 
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Il Ministro della Magia si era rivolto a me con un tono di voce alterato. Non mi ero accorto di avergli dato indirettamente del bugiardo continuando a difendere John e negando la versione del Ministro. Il suo tono di voce mi fece riprendere da quella situazione di sconcerto totale. Avevo anche sentito il suo battito cardiaco accelerarsi, una delle piccole doti che la mia natura di Licantropo portava con sé. Era agitato e furioso perché lo stavo contraddicendo e perché si sentiva tradito da John, la stessa persona di cui ci eravamo fidati entrambi e di cui ancora mi fidavo.
"Non volevo dire questo è che, Charles, deve esserci una spiegazione. Ci sarà sicuramente una spiegazione. Non so un Incantesimo oscuro o un semplice Imperio o qualche Pozione."
La scuola era stata presa di mira da molti personaggi strani e oscuri negli anni passati e la presenza delle lettere e di quelle figure oscure non era certo un buon segno. Qualcosa stava succedendo e se avessero catturato John oppure lo stessero usando per i loro scopi?
Le parole successive di Charles mi colpirono allo stomaco, un potente e dannatamente forte pugno alla bocca dello stomaco. Per fortuna ero seduto sulla sedia o sarei crollato in quell'istante non sentendomi le gambe, incapaci di reggermi.
John che faceva un rituale? non era da lui, non era assolutamente possibile. Non era lui. L'unica spiegazione era che non era lui. Non poteva essere lui.
Nella mia mente continuava a ronzarmi la frase che quello che il Ministro aveva visto non era John, ma una marionetta o una figura simile a lui.
Altre informazioni che gli venivano riversate in pieno volto dalla furia cieca di Jenkins, come un fiume in piena. John che ora faceva parte di un clan, uno degli stessi clan di vampiri che io e lo stesso John avevamo combattuto. A volte vedevo nei suoi occhi la delusione e il rammarico di non poter fare nulla per loro. Un semplice mio morso e poteva dare tanta sofferenza a un vampiro, come un vampiro poteva distruggere facilmente l'esistenza di un licantropo con uno schiocco di dita.
John non poteva essere entrato in un clan volto alla distruzione degli altri, non poteva essere lui e non era certo lui.
Charles, ragioniamo, ti prego e non saltiamo a conclusioni.
Alle parole della persona che ora mi occupava la visuale, non potei non ricordare quel momento in cui anche io dovetti giurare piena fedeltà a lui e alla comunità magica. Ci stava proteggendo e se John lo aveva tradito, il prossimo sarei stato io? Avrebbe dubitato di me mettendomi alla berlina per la sicurezza di tutti? A quel punto avrei perso sicuramente Emma e avrei dato una delle più grandi soddisfazioni della sua vita a quella piccola e insignificante donna di nome Saphira. Non potevo vedere il suo sorriso beffardo e compiaciuto una volta scoperto chi ero davvero. Avrebbe goduto più di chiunque altro annientando la mia reputazione di preside e di docente.
Inutile furono le mie parole. Il Ministro continuò a informarmi di altro estraendo dalla tasca una lettera con una scritta sopra.
Strinsi forte i pugni sui braccioli della sedia. Aspettai che Jenkins terminasse la sua accusa girando e rigirando la lettera tra le mani. era in carta semplice con quella scritta che campeggiava minacciosa.
Attese in silenzio anche quando lo stesso ministro terminò di parlare. Dovevo schiarirmi le idee e dovevo assolutamente bere qualcosa. Sì, dovevo bere qualcosa.
Mi alzai e mi avviai verso una credenza dove erano stipati degli alcolici che venivano serviti a chi voleva bere qualcosa in compagnia del preside. Accanto vi era una confezione in legno di noce al cui interno vi era la cosa più importante per me: la pozione antilupo che ogni mese, per un'intera settimana, era la mia medicina o bevanda preferita, anche se odiavo il sapore.
Presi la bottiglia di vetro e la guardai cercando la forza di versarmi un goccio. La mirai e il vetro era così lucido e rifletteva la mia immagine con il liquido color ambra che si muoveva al suo interno. La posai e chiusi la credenza senza prendere nulla. no, dovevo essere lucido per ragionare col Ministro.
Ritornai al mio posto e guardai l'uomo negli occhi.
"Charles, John non ci avrebbe mai tradito. Non sarebbe così stupido da mandare delle lettere di avvertimento per farsi scoprire. non trovi la cosa molto strana?"
Portai la mano destra sotto il mento come se stessi pensando a qualcosa.
"Perché farsi vedere in un rituale proibito, da te poi? Ok, non sapeva chi avrebbe ricevuto quelle lettere, ma quale era lo scopo di avvertire tutti in quella piazza e in tutto il Nuovo Villaggio? John non sarebbe stato così approssimativo. L'avrebbe inviata a te o a qualcuno che avrebbe capito cosa stava succedendo, non a chicchessia, non trovi?"
Sì, la cosa puzzava di pressappochismo, una dote di certo non attribuibile a John.
Picchiettai il legno della scrivania cercando di arrivare a una conclusione che era lì, alla mia portata, alla portata di un'amico che non voleva arrendersi e credere all'accusa di tradimento.
"Charles, quelle lettere sono state scritte di proposito per farci vedere quello che volevamo vedere."
Sì, doveva essere andata per forza così. John non si sarebbe fatto beccare con le mani nel sacco, non era da lui. Era un dannato Corvo-secchia, nomignolo che spesso gli affibbiavo da giovane quando ancora non ci conoscevamo bene. La sua natura da Corvonero non l'avrebbe tradito ora.
"Ci hanno indotto e in quel caso hanno indotto te a pensare che quella persona fosse John. Charles pensaci. John lo conosci benissimo. Ci conosci entrambi e sai che lui non è così superficiale. Avrebbe fatto le cose in grande stile o nella totale segretezza. Quelle lettere non sono né l'una né l'altra. Perché farsi vedere nel bel mezzo del rituale e farsi bloccare? Perché avvisare una persona qualunque del Villaggio che avrebbe capito meno di niente quello che stava succedendo? Solo per un motivo. Chiunque avesse assistito a quella scena avrebbe visto solo una cosa al termine del rituale. Quello che hai visto tu: il volto di John."
Sì, tutto era stato fatto per buttare fango sulla figura del Corvo e del Preside.
"Charles. Parlo all'uomo e non al Ministro. John non avrebbe fatto questo con così tanta superficialità per farsi poi buttare del fango addosso? Tu e altri del Ministero, me compreso, non avremmo indagato sentendo delle voci al Villaggio? John cosa ci avrebbe guadagnato nel farsi vedere in quel rituale e farsi parlare dietro e farsi calunniare? Nulla. Non era John, Charles. Non era assolutamente lui."
Mi alzai e andai alla finestra. Guardai fuori quella distesa oscura avvolta dalle braccia materne della notte. La notte mi piaceva e le stelle, occhi gelidi che ci osservavano, mi calmavano. Mi voltai e guardai il Ministro mantenendo le spalle alla finestra.
"Charles, teniamo quello che crediamo sia John in Infermeria. Se fosse sotto l'incantesimo imperio, potremmo scoprirlo così come se fosse sotto l'influenza di qualche pozione, erba o artefatto magico o runico. Abbiamo i maggiori esperti nel campo che insegnano in questa scuola. Abbiamo una Runologa che potrebbe capire se qualcuno ha creato un sigillo su John o qualche magia runica antica. Abbiamo un eccellente Pozionista e sai quante Pozioni esistono per far fare cose agli altri senza il loro volere. Potrebbe essere una trasfigurazione permanente e Logan potrebbe aiutarci."
Come definire Logan? Un pericolo? Era meglio tacere anche di lui in quel momento?
" Abbiamo tanti e non solo un esperto. Un insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, uno Storico che potrebbe fornirci un elenco di manufatti magici usati in passato, una Erbologa che sicuramente vorrebbe vedere la verità in ciò che ha visto. Puoi anche chiamare un altro esperto in Incantesimi se non ti fidi del mio giudizio e mi vedi troppo coinvolto, perché lo sono. mi farò da parte se vuoi, ma non saltare alle conclusioni solo perché hai visto una persona che potrebbe essere John fare un qualcosa di cui John è lontano."
Tornai alla mia seduta e mi abbandonai a quella.
"Abbiamo un intero Ministero e tanti dipendenti al livello tre. E se quello non fosse John? E se fosse una pedina? Ci hai pensato Charles prima di accusarlo così? Dimmi che ci hai pensato prima di saltare a conclusioni."
Ero agitato perché non ero così convinto che il Ministro avesse vagliato ogni possibilità. Aveva visto John o qualcuno che gli assomigliava e ... basta. Quello era John senza andare a valutare tutti i possibili scenari.
"Charles tu e John siete spariti per un po' dalla circolazione. Dove siete andati? Cosa avete scoperto? Cosa è successo? Dimmi che hai vagliato tutto dannata Morgana. DIMMELO."
L'ultima parola l'avevo quasi urlata.
 
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Charles Jenkins
Ministro della Magia


Uno dei più grandi problemi di Charles Jenkins era non poter ignorare qualcosa che, a parere suo, era sbagliato. Se nella sua opinione l'interlocutore pronunciava delle parole errate, poco bastava per aumentare il suo nervosismo e i bollenti spiriti: uno sfogo animato diretto al poveretto di turno. Dereck, tuttavia, era un'altrettanta testa calda. Con la sua solita pacatezza, Hale era capace di incalzare la conversazione, senza battere ciglio, ammaliando chi lo ascoltava e facendogli credere che la sua versione dei fatti fosse quella giusta. Alla proposta di risposte alternative, stavolta, Charles rimase temporaneamente senza parole, non perché voleva stare in silenzio - giammai, il suo animo intollerante non avrebbe permesso un oltraggio simile alla sua figura, ma per permettere al Preside di esporre il proprio punto di vista sulla faccenda. Del resto, non era una discussione tra bambini: i due stavano di fatto mettendo in gioco i loro stessi ruoli all'interno della società. Dopo uno scandalo simile, Charles Jenkins sarebbe rimasto Ministro della Magia? Dereck Hale e, soprattutto, John Minghost sarebbero rimasti Presidi di una delle Scuole di Magia e Stregoneria più prestigiose dell'intero mondo? Solo quegli attimi lo avrebbero determinato. Attimi in cui Dereck voleva convincerlo a non ritenere John l'uomo trasportato in Infermeria. Attimi in cui Jenkins stava subendo reazioni che non aveva mai creduto di scovare in una persona buona come Hale. Quando il volume della voce del Tassorosso ebbe raggiunto il picco, il Ministro alzò le mani, con i palmi rivolti verso il Preside. Li abbassò lentamente, come a chiedergli senza la benché minima parola di ripristinare e moderare i toni dell'intera conversazione. Bene mostrarsi nervosi e preoccupati, ma non superare il confine dei loro ruoli. Una volta raggiunto il silenzio, lo smorzò con i suoi discorsi.

-Avresti risparmiato un po' di fiato se mi avessi fatto finire. Non affermo che quello in Infermeria sia John solo sull'aspetto esteriore. Ci sono poche probabilità, anzi, che non sia lui. Quando io e il Ministro Flowe abbiamo visto per la prima volta la figura che stava compiendo il rituale, ci siamo accorti che essa non aveva volto. Abbiamo dovuto utilizzare un Revelio per svelare il volto. Solo a quel punto ci siamo accorti, con stupore, che fosse John. Un Incantesimo simile raramente fa cilecca. Del resto, poco meno di duecento anni fa Gellert Grindelwald è stato scoperto proprio in questo modo. Ma se proprio questo fosse il caso, l'eccezione che tanto stai cercando, avremmo tanti metodi per scovare la sua vera natura, è vero. Ma è un caso che John sia sparito da Hogwarts e sia stato trovato nella Foresta Proibita? Credi davvero che l'abbiano rapito e abbiano portato uno che ha le sue sembianze solo per accusarlo? Non penso affatto che dietro a tutto questo fosse in programma scoprire che a devastare Hogwarts fosse il suo stesso Preside. Lo abbiamo scoperto perché abbiamo eliminato altri membri del clan a cui ora fa parte. Lo abbiamo scoperto perché io e il Ministro Flowe con la Magia ci sappiamo fare. Prendi uno come quello sprovveduto che era con noi: se non fosse stato per noi due, sarebbe morto soffocato da un pezzo!-

Charles prese un attimo di pausa, impedendo a Dereck di poter parlare e interrompere il suo discorso. Ora doveva essere lui ad ascoltare e a tacere.

-Ho un'idea su quelle lettere infami. Il clan in cui John è entrato pensava veramente di farla franca e di devastare Hogwarts. Dubito fosse tutta una messa in scena, non avrebbe senso. Ritengo che le lettere siano un loro segno distintivo. Sono state usate in passato per farvi risolvere un enigma in tutte e quattro le Sale Comuni, sono state usate adesso per... per avvertire e celebrare il loro perverso senso di giustizia. John stesso è sparito contemporaneamente all'apparizione delle lettere. Che sia anche minimamente coinvolto nella faccenda? Io penso di sì. E qui giungiamo a ciò che pensavo già sapessi. A quanto pare, devo fornirti la mia versione dei fatti.-

Ed ecco l'inizio delle danze. Danze in cui Charles avrebbe condotto il ritmo e Dereck solo subito le sue auree parole. Si sistemò meno comodo, sporgendosi verso la scrivania di Hale. C'era una lunga storia da raccontare.

-Durante il Gran Ballo del Giovedì Grasso, io e John ci siamo recati in una casupola di Afon Aled, una zona non tanto vicina da qui. Le lettere che abbiamo visto insieme, se ricordi, riportavano una frase cifrata: «Bambi volere uccidere Gunther». Bambi è lo pseudonimo del protagonista di un romanzo di tale Gunther, uno scrittore che tramite i libri denunciava un criminale mai arrestato che si infiltrava nelle case delle famiglie e, come segno di riconoscimento, le incendiava. Ci siamo recati nell'abitazione di Gunther quel Giovedì Grasso: pensavo John te ne avesse parlato, dato che è qualcosa che riguarda la tua Scuola. Abbiamo trovato l'abitazione in disuso, ma... con un cadavere. Era Gunther.-

E poi cos'era successo? Avevano sentito un profumo, perso coscienza e... No, nella sua memoria, ciò non era successo. Nella sua memoria, c'era un'altra visione dei fatti, alterata. No, la loro ricerca era conclusa in un'altra maniera.

-Ho subito contattato il Quartier Generale degli Auror. Ho chiamato due Auror, i migliori dell'esercito nonché i più affidabili. Ho assegnato loro il compito di seppellire il cadavere e di comunicare ai soli parenti più stretti la sua scomparsa, ordinando nel nome del Ministero che nessuno ne avrebbe più parlato. Nessuno. Per l'opinione pubblica, Gunther è ancora vivo, in viaggio per terre sconosciute e ha il blocco dello scrittore.-

Sospirò. Dereck sapeva bene quanto Charles fin dove la verità andava svelata al pubblico. La stessa vera identità di John era un segreto per poche, uniche, persone al mondo.

-Quanto a John, qualcosa l'ha cambiato da quella notte. Atteggiamento più schivo, più schietto del dovuto, talvolta inaffidabile. E porta sempre con sé una dannata boccettina, che non contiene di sicuro del succo di zucca. Ci ha nascosto qualcosa per tutto questo tempo. E non intendo nella sua fiala.-

Il Ministro si alzò dalla poltrona, incominciando a camminare per la stanza in preda a un momento di riflessione. Del resto, in quanto Capo temporaneo degli Auror, aveva numerose responsabilità anche dal punto di vista esecutivo. C'era un'ulteriore notizia che doveva diffondere a Dereck. Non l'avrebbe presa bene, lo sapeva. Aveva un tono più profondo e serio di prima.

-Come garante dell'intera comunità dei Maghi, dovrò far intervenire il Ministero della Magia all'interno della Scuola. Non c'è altra scelta. Le famiglie degli studenti devono avere delle risposte, delle garanzie e degli interventi da parte mia. E io, essendo il Ministro della Magia, ho il diritto e il dovere di rimuovere dagli incarichi qualcuno quando è necessario e di evitare episodi come quello di stasera. John è sotto arresto cautelare: lo sarà fino a quando le indagini da me supervisionate non forniranno maggiori informazioni. Questo non può essere impedito da nessuno: l'ho stabilito io in quanto massima autorità esecutiva del Ministero. La legge vale per tutti, anche per John. Tra poco arriveranno gli Auror che mi aiuteranno a trasportarlo nelle celle detentive del Ministero. Lo sottoporremo a degli interrogatori e controlleremo la sua identità, la sua versione dei fatti e quella di tutti i coinvolti nella faccenda. Preparati a testimoniare.-

Se da un lato potesse tutto sembrare frutto di esigenze legate agli eventi accaduti, in realtà quelle decisioni piuttosto discutibili erano state prese proprio perché Jenkins amava dimostrare la sua potenza tramite qualcosa che era totalmente indiscutibile: il suo ruolo nella società. Se il Ministro della Magia aveva ordinato l'arresto di un Preside di Hogwarts, l'aveva fatto perché era giusto così. Dopo la Terza Guerra dei Maghi, la stima che i Maghi e le Streghe del Regno Unito ebbero per lui era cresciuta a dismisura. Sostituire il precedente Ministro della Magia, destituitosi in seguito alle sue incapacità di gestire i conflitti, fu la sua più grande fortuna. Grazie al carisma da uomo d'esperienza e al suo pugno di ferro, nessuno aveva più fiatato a sovvertire il sistema. Quell'episodio a Hogwarts sarebbe stato uno dei vani tentativi che non avrebbero fatto crollare il valore del suo Ministero davanti agli stati esteri. Ci sarebbe stato, tuttavia, un altro tentativo in atto. Forse Dereck lo aveva già intuito.
 
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