Trallallero trallallà, Libera!

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view post Posted on 28/10/2018, 19:20
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Non so cosa mi sia capitato per l'anticamera del cervello. Sarà che il Nuovo Villaggio mi sta stretto, sarà il nervosismo per tenere a bada gli studenti che farebbero razzie del tuo negozio ma non hanno denaro sonante, sarà la condizione meteo (non delle migliori, giornatina uggiosa)... ma ho avuto nostalgia di Nuova Hogwarts. No, no, non sono sotto effetto di droghe e non ho affogato la mia anima in una botte di whisky incendiario. Penso di essere completamente sobrio (?). L'unico little problem è che non so come la prendano i due presidini. Beh, uno intanto mi conosce: tempo fa avevo fatto riparare la mia bacchetta. Si ricorderà tra un'infornata di biscotti e l'altra del mio bel faccino? Non si è mai presentato al mio negozio per comprare qualcosuccia: chissà chi è il suo sarto.
Sono entrato nei confini della tenuta e ho raggiunto il lago nero. Respirando a pieni polmoni l'umidità grigiastra della brughiera. Ripenso a Layrai. Avrei potuto sgattaiolare nel suo negozio e richiedere una mazza. Da battitore, infatti.
Sarebbe stato uno spasso vederlo paonazzo, balbettare cose e mostrarmi la mazza più desiderata in circolazione... Sorrido, desiderando averlo al mio fianco... ora. Peccato non sia possibile: mannaggia, la mia ritrosia ad invitare gli amichetti in queste bravate.
Comunque sono in the park della scuola.
Adesso arriverà la security? Lancio qualche incantesimo a caso per dire che vengo in pace? Che sono una creatura semplice, un cucciolo indifeso e senza cattive intenzioni? Buon figlio di Godric, io! Se ho culo vedo pure Siiimiiiix.
Prendo qualche sassolino e comincio a gettarlo nel lago. Così.
Per vedere un po' quanti cerchi concentrici crea.
Magari adesso emerge un tritone figo.
Ma ci pensate se accade sul serio?
 
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view post Posted on 2/11/2018, 22:25
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Una smorfia di disappunto dipinse le labbra sottili dell’intransigente Magizoologo. Il parco del castello di Hogwarts era di un verde cupo che ricordava molto le fronde della Foresta Proibita durante notte, quando né il più pallido raggio del sole né il più folgorante dei fulmini aveva l’ardire né il potere di oltrepassare quelle invalicabili fronde ed offendere con la loro luce il terreno coperto di secche foglie. L’uomo nutriva una certa preferenza per quell’ambiente cupo e ombroso, che molto ricordava l’ambientazione di certi romanzi gotici, ma le scure nubi non promettevano altro che una giornata uggiosa e ciò gli creava un immenso fastidio.
Proprio quel giorno, infatti, aveva deciso di andare nella Foresta Proibita per cercare del sangue di Unicorno, se ce ne fosse stato di una di quelle magnifiche creature, magari azzannata da altre infime bestie che popolavano la Foresta; quel sangue gli sarebbe servito per organizzare una lezione – era, quindi, un compito a cui non poteva facilmente sottrarsi –, ma la promessa di pioggia, annunciata dal fosco cielo di quel pomeriggio, gli aveva appena risucchiato la voglia di andare in cerca di Unicorni morti o feriti.
Sbuffò. Il suo umore grigio come le nuvole che sovrastavano i tetti di Nuova Hogwarts serpeggiò per il suo cervello fino a esplodere in un silenzioso rimprovero nei confronti dell’incapace che aveva scritto le previsioni meteorologiche di quel giorno, traendolo in inganno. Lasciò che i fumi della pipa lo calmassero, si appoggiò con la schiena a un tronco d’albero lì vicino e prese ad osservare il Lago. Il rasoio non aveva ancora toccato la sua pelle candida, quindi qualche millimetro di barba faceva bella mostra sulle gote e sul mento, mentre gli occhi aggrottati rischiavano, di lì a pochi giorni, di venire coperti dai capelli che stavano diventando sempre più lunghi. Un lungo cappotto di tweed copriva per buona parte la figura slanciata dell’ex-Serpeverde, che, assorto nei propri pensieri solitari, iniziò a sgradire il rumore dei sassi che colpivano l’acqua.
Con la massima della flemma, come se il mondo sarebbe stato ad aspettarlo, assiso in assoluto rispetto, e come se le leggi del tempo s’inchinassero alla sua presenza, spense la pipa e la ripose nella tasca, per poi avvicinarsi con passi calmi e misurati al giovane.
Non gli stava simpatico. Era disposto a ricredersi su di lui, ma era altresì certo che fosse solo un giovanotto senza molto senno.
«Ottima mira, come si addicerebbe a un buon Battitore. Gioca in questo ruolo? Quasi quasi ci farei un pensierino, se fossi in lei», commentò senza annunciarsi, riferendosi alla bravura nel lancio dei sassi. Continuò ad osservare i cerchi concentrici che si erano formati sulla superficie dell’acqua. Con una smorfia di sarcasmo dipinta sul volto e difficile a cancellarsi, continuò: «Sono certo che a breve una Sirena spunterà dallo specchio d’acqua, felice del disturbo, e la saluterà con somma gioia». Un sopracciglio si alzò e il volto s’inclinò leggermente nel verso dell’interlocutore. «O pensa di prendere anche quell’incantevole creatura a sassate, mi dica?». Una non sincera quanto ben simulata espressione di cortese curiosità era ciò che l’altro avrebbe potuto vedere sul volto dell’inflessibile londinese.

-R.
 
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view post Posted on 15/11/2018, 17:49
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Mentre provvedo ad innalzare il livello medio del Lago Nero buttandoci dei sassolini, una voce non nota mi distoglie dai miei propositi geometrico-ingegneristici e mi costringe a voltare d'istinto la mia testa in sua direzione. Con estrema curiosità frammista ad una certa adrenalina, mi appresto a rivolgere il più sincero sorrisone, per stemperare la tensione. Dopotutto è stato questo tipo a regalarmi per primo un complimento. Non esito a rispondere di rimando, mostrando nel contempo una certa perplessità. Mi è sempre piaciuto il ruolo di battitore... ammetto. O i battitori in sé. Ma sono dettagli ...ma ai tempi non facevo parte della squadra della mia casata. Ho sempre avuto degli interessi artistico-coreutico-musicali. Inclinazioni un po' frivolette per la psicologia di un mentecatto. Pensa che esistono biondini che hanno fifa a farsi ritrarre ad acquerello, forse per non mostrare le loro debolezze...O presunte tali. sospiro, stiracchiandomi con somma grazia. Sgrano gli occhi non appena avvalla l'ipotesi di una sirena richiamata dalla tempesta di sassi a rimbalzello. MA SUL SERIO?! esclamo malamente celando il mio eccessivo entusiasmo. Decibel voce: massimi. Tu la prenderesti a sassate? Ma no, poverina. Magari per il disturbo le offrirei un buono sconto del 20% nel mio negozio. Potrei confezionarle un abito su misura. Dopotutto la sirena è una creatura magica complessa. Non uno scoiattolino. rifletto. Per poi riattaccare: Uno scoiattolino non mi dispiacerebbe: gli farei indossare un cravattino e il frack, se lo desidera. Potrebbe essere la star del negozio
Mi frego le mani: dopotutto il clima rigido me le sta facendo diventare fredde. Allungo la destra: Comunque sono un pirla. Non mi sono presentato e ti ho dato subito del tu. Beh, tra colleghi.... Colleghi? che panzanate sto mai dicendo? Mi chiamo Henry. Il nome non abbreviato lo dico a pochi intimi, in momenti di estrema intimità. spallucce e sorrisetto sornione Tu che cosa insegni, bel fusto? O sei il guardiacaccia?
 
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view post Posted on 24/11/2018, 23:41
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Impressionante come la gente potesse essere poco intuitiva e tanto ingenua, ma ancora più scandaloso come ciò trasparisse chiaramente dal loro volto. Era il caso di quel biondo che l’austero uomo di Londra aveva avuto la sfortuna di incontrare. O forse, più semplicemente, aveva sbagliato lui a scegliere di avvicinarsi a quello strano essere lanciatore di sassi.
«Gradevoli i Battitori», convenne, limitandosi a quel commento. Non andava pazzo per il Quidditch ma il docente di Cura delle Creature Magiche non ammetteva né da sé né dagli altri ignoranza in nessun campo. Nemmeno in quello che si odiava. Per tale motivo conosceva bene le dinamiche di gioco e addirittura avrebbe potuto menzionare un paio di Battitori inglesi famosi, ma anche francesi e statunitensi. «Molto interessanti i suoi interessi… com’erano, artistico-coreutico-musicali?», aggiunse con educata curiosità. Con la stessa espressione di prima, che andava duramente cozzando con ciò che stava per proferire, in permetta antitesi e opposizione, concluse: «Peccato che non me ne possa importare di meno».
Rilassò i muscoli del proprio viso in un’espressione neutrale, tornando ad osservare il Lago, o, più specificatamente, l’orizzonte. «Piuttosto…», esordì, con tono neutro e tranquillo, prima di ritornare con lo sguardo sul giovane, palesando nuovamente un’espressione di finta quanto ben dissimulata curiosità puramente accademica, «Gradirei sapere quale sia esattamente il nesso logico che congiunga l’essere biondini e l’avere timore di mostrare le proprie debolezze». Sorrise, stavolta più mellifluo ed evidentemente sardonico. «Questo dubbio mi strugge».
Al «MA SUL SERIO?» urlato con un tono di voce talmente alto da far rischiare la sordità alle persone che gli stavano intorno, l’uomo, stizzito, si massaggiò le orecchie, come se gli fossero appena stati frantumati i timpani. Successivamente sospirò, palesando un’espressione a metà tra lo sgomento e il ma-quant’è-idiota-questo. Si sforzò di sorridere. «Ma veramente!», gli rispose, fissandolo con un sorriso, che subito si tramutò in un’espressione corrucciata. «Ma ovviamente no. Lei è solito prendere a sassate le fanciulle? Pensa che se lo facesse loro si getterebbero alle sue braccia?». Duro di comprendonio com’era, preferì dargli una mano nel trovare la risposta. «Glielo dico io: no».
Gli venne porta la mano. La osservò come fanno i kneazle alla vista di qualcosa di sospetto. Alla fine strinse la mano dell’altro con una stretta vigorosa. «Può chiamarmi mister Winston», si limitò a dire. Rilasciò poi la mano del ragazzo, osservandolo con curiosità, stavolta sincera. La sua curiosità all’inizio poteva essere volubile, quindi sarebbe potuta sparire da un momento all’altro e quella persona che gli stava di fronte poteva in un attimo non avere più nemmeno un briciolo dell’attenzione che il londinese riservava ai Vermicoli.
«Curioso. Non rimembro nessuno di nome Henry nella lista docenti. Il sottoscritto, il bel fusto, insegna Cura delle Creature Magiche. Lei insegna Tiro di sassi al Lago?», ironizzò, per poi concludere: «In ogni caso, m’è parso di capire che lei abbia un negozio di moda. È il proprietario del Madama McClan’s?».
Oh, un’ultima cosa. «Dimenticavo», disse infine, «Dubito che vestire uno scoiattolo sia una buona idea. Invero, sono del parere che sia una pessima idea».
Almeno sapeva, per sua stessa ammissione, di essere un, letteralmente, pirla.
 
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view post Posted on 7/8/2019, 11:12
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Rispondo per le rime alla sua totale mancanza di interesse nei confronti delle mie inclinazioni umanistiche. Mi chiedo come mondo faccia a provare un minimo entusiasmo nei confronti di tutto quel che riguarda l'Arte in senso lato. Non mi lascio toccare dalla sua indifferenza e, per l'appunto lo rendo partecipe della filosofia di Henry: Ma che simpaticone. Se dovessimo tutti dire che non ce ne importa meno delle passioni altrui, vivremmo in teche stagne.
Sorrido e poi faccio spallucce,a colui che si presenta come il docente di Cura delle Creature magiche. Disapprova, Winston, oh Winston!, il mio pensiero di vestire uno scoiattolino con il frack. Mamma mia, che noiosone. Capisco. Vuoi professionalità tra colleghi. ridacchiò Chiamami allora Schmidt e presta attenzione alla pronuncia teutonica. Schmidt..
Smetto di lanciare sassolini e mi metto le mani dietro la nuca, stiracchiandomi poi.
Oltre ad essere il proprietario del Madama, sono stato assunto, in primis, come assistente del prof Cerverex per un modulo di storia della moda e del costume magici, poi, come docente di educazione sessuale, affiancando il prof. Lawrence in qualità di infermiere.
 
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